lunedì 28 giugno 2010

storia della nascita e dell’evoluzione della pratica culinaria come disciplina - periodo preromanico

I popoli primitivi si nutrivano con quanto la natura aveva loro da offrire: erbe e radici, frutta, semi di cereali, uova, miele, pesce, carne di animali selvatici, chiocciole, rane, ecc…
La raccolta, la caccia e la pesca sono state per millenni le forme di approvvigionamento alimentare che consentirono il nascere di una cucina dalla quale erbe di prato e di monte, pesca e selvaggina non sono più usciti.
Successivamente, con l’avvento della pastorizia, abbondano latte e carne e l’alimentazione diventa più ricca e varia.
La tappa successiva vede lo sviluppo dell’agricoltura, in particolare della cerealicoltura, con l’inserimento del pane nelle dieta.
Nel corso di queste epoche si scoprirono e si imparò ad usufruire dei fenomini della fermentazione e della lievitazione, scoperti presumibilmente dalle civiltà medio-orientali e poi diffusesi nell’ Europa centrale e meridionale.
Ruolo importante, forse strutturale, per la costituzione della cucina italiana passata, contemporanea e probabilmente futura, lo ebbe la civiltà etrusca. Presenti tra Emilia Romagna, Toscana e Alto Lazio a partirre dal IX° secolo a.C. influenzarono tutte le culture future presenti in quelle regioni.
Furono i primi a preparare la pasta, tagliandola a grosse strisce, le schiacciate con l’uva, il pane di grano, farro o spelta; allevarono ovini e suini, nonché bovini nell’attuale Maremma –questi ultimi usati come animali da lavoro.

Bibliografia e sitorafia - http://eugeenblog.blogspot.com/2010/06/bibliografia-e-sitografia.html

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